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L’eccellenza della Seleçao “Come noi pochi in Lombardia”

Sestoweek - sabato 12 dicembre 2017

L’eccellenza della Seleçao “Come noi pochi in Lombardia”

Dentro le Società: il sodalizio del presidente Sergio Noseda vanta numeri invidiabili per il panorama del calcio a 5

 

SESTO SAN GIOVANNI (di Claudio Maglieri) – Seleçao Libertas Calcetto, un fiore all’occhiello della Lombardia e di tutto il calcio a 5 in generale: perché in Italia il futsal è ancora uno sport non molto sviluppato, “basti pensare che nella nostra regione sono poche le società che come noi possono vantare un importante settore giovanile. Penso al San Biagio Monza, MGM Morbegno, Cometa Cernobbio”, spiega il presidente Sergio Noseda.

Nata ufficialmente nel luglio del 1996 per volontà dello stesso Noseda e di un gruppo di amici composto da Josè Sala, Michele De Giglio, Fabrizio Di Pietro, Sergio Lombardi, Flavio Mandelli e Marco Spinelli, la allora Seleçao (chiamata così in onore della nazionale brasiliana di calcio, che da sempre basa il gioco su divertimento e fantasia) ci ha messo pochi anni a farsi un nome ed a creare un movimento importante: la nascita della prima formazione giovanile risale al novembre del 2005, da quel momento è iniziata una crescita continua che ha portato ad avere oggi quasi 100 tesserati. “La FIGC, da regolamento, propone campionati agonistici dai Giovanissimi in su – continua Noseda, presidente della società dal 2000 – ma da quest’anno, nel calcio a 5, anche gli Esordienti hanno un campionato in cui cimentarsi: giocano ogni due domeniche, mentre in questo 2017/18 stanno sperimentando un torneo anche per i Pulcini”.

Di sicuro il numero 1 gialloverde è orgoglioso della sua creatura: “Ricordo bene gli inizi, quando eravamo il classico gruppo di amici: fortunatamente abbiamo creato il settore giovanile, senza il quale non saremmo qui in questo momento. E non è soltanto un discorso economico, perché il vivaio sta diventando un serbatoio per la formazione dei grandi: Francesco Giannone, ora fermo per infortunio al ginocchio, arriva dalla U19. Se è difficile convincere i genitori a portare qui i figli anziché spingerli verso il calcio a 11? In realtà è piuttosto facile: grazie all’attività nelle scuole il passaparola c’è, poi facciamo attività in palestra e questo aiuta. L’ambiente è sano, ai ragazzini la voglia di giocare viene”.

Tra i principali responsabili del vivaio sestese c’è Ambrogio Romagnoli, una figura di riferimento per tutti: “il primo anno c’erano solo dieci bambini della prima elementare – ricorda – Nelle prime quattro annate ci siamo appoggiati al sintetico del centro sportivo Falck, poi ci siamo spostati nella scuola Don Milani. Come detto eravamo in pochi all’inizio, ma ogni due anni abbiamo aggiunto una categoria fino ad arrivare ai numeri attuali: non sono mancati gli alti e bassi e i momenti difficili, ma siamo fieri di avere delle squadre dal 2005 al 2013, dai Piccoli Amici alla Prima Squadra. Solo la fascia preagonistica conta 50 giovani”.

Un numero impressionante in un panorama generale dove tantissimi club di calcio a 5 fanno fatica ad allestire una seconda formazione, dietro alla Prima Squadra.

I tecnici principali che si occupano dei bambini siamo io, Andrea Pavan e Matteo Noseda, tutti laureati in Scienze Motorie – continua Romagnoli – Poi, nello specifico, Davide Bechelli segue gli Esordienti, Davide Frediani e Razvan Basile si occupano dei Giovanissimi mentre Emanuele Brenna ha in mano l’U19”.

Un movimento incredibile, insomma: “Dobbiamo ringraziare i genitori, in Lombardia il futsal non è ancora molto diffuso rispetto ad altre parti per cui le trasferte sono spesso lunghe”.

Ma c’è qualcosa che la Seleçao desidererebbe per crescere ancora? “Prima di tutto degli sponsor – conclude Romagnoli – E poi sarebbe bello se il Comune ci fornisse una palestra unica, per racchiudere tutte le squadre. Al momento ci appoggiamo a quattro strutture tra Sesto e Cinisello, ovvero Don Milani, Forlanini, Galileo Ferraris e Parco Nord: una palestra unica ci sarebbe d’aiuto dal punto di vista del materiale e della logistica. Senza dimenticare che la C2 gioca le gare interne alla Ferraris, dove non ci sono le tribune…”.